Che cos’è il ROI, come si calcola e valore ottimale

Che cos’è il ROI

Nel complesso mondo della finanza ci sono termini ed elementi particolari di cui i profani ignorano l’esistenza, tra questi un ruolo molto importante lo ricopre il ROI.

Significato di ROI

Il ROI, nello specifico, è l’acronimo delle parole inglesi Return on investment, che è il principale indicatore che riguarda le finanze di un’impresa. In italiano si traduce come ritorno all’investimento, proprio perché sta ad indicare il ricavo derivante dal capitale investito.

Che cos’e il ROI

Il ROI è l’indicatore di bilancio essenziale per valutare il grado di credibilità di un’azienda e quando si parla di investimenti è necessario analizzarlo e utilizzarlo. Il suo impiego è necessario per valutare il grado di profitto di un investimento perché calcola il rendimento ottenuto in base al capitale investito.

Come si calcola il ROI

Si evince che riuscire a calcolare correttamente il ROI è molto importante, proprio in virtù dell’esatto profitto che l’investimento ha fruttato.

La formula per calcolarlo è la seguente: Reddito operativo/ capitale investito, in pratica per calcolare il ROI bisogna dividere l’utile netto ottenuto con il capitale investito. L’utile netto equivale al guadagno totale eliminando tutti i costi sostenuti. Ci sono altre formule valide per il calcolo del ROi: moltiplicare il ROS (ritorno sulle vendite) per il ROT( il tasso di rotazione del capitale investito). Un altro modo è rappresentato dal moltiplicare il ROS per il Turnover, cioè vendite/capitale investito.

Tuttavia, la formula più utilizzata è senza dubbio la prima, che in alcuni casi, si può trasformare in percentuale per avere una visione più attendibile.

Esempio di calcolo

La cosa migliore per comprendere meglio il calcolo è fare un esempio: Facciamo l’ipotesi che il capitale investito sia pari a 20.000 euro e che l’utile netto ottenuto ammonti a 7000 euro.

Applichiamo la formula con percentuale ROI= utile netto/ capitale investito X 100, il risultato ottenuto è pari a 35%. Bisogna, tuttavia comprendere se tale risultato può essere considerato accettabile.

Il valore ottimale del ROI

Dopo aver calcolato il ROI bisogna comprendere se il valore ottenuto risulta ottimale. Quello che bisogna considerare è che non tutti i settori offrono lo stesso utile, pertanto, è consigliabile confrontare sempre aziende che operano nello stesso settore in modo da comprendere meglio quale società sia la più redditizia.

L’azienda che avrà ottenuto la percentuale più alta sarà quella da considerare. Per esempio, prendiamo in esame due aziende che operano nel settore dell’informatica che ha un ROI medio pari al 30%, se le due società hanno rispettivamente un ritorno sull’investimento di 28 e 32% si può affermare senza dubbio che quella da prendere in considerazione è la seconda, in quanto, è capace di produrre un profitto più elevato della prima e anche della stessa media del settore.

Appare evidente che il valore ottimale del ROI deve essere positivo, perché qualora fosse negativo significa che l’investimento non è redditizio e di conseguenza esiste il preciso rischio di perdita di denaro. Il consiglio è quello di prendere le proprie decisioni valutando anche altri indici di bilancio.

Differenza tra ROI e ROAS

Un altro indice importante per le aziende è il ROAS cioè l’acronimo di Return on Advertising Spend e si riferisce al calcolo del ritorno che si è ottenuto in seguito ad una campagna pubblicitaria, permettendo di capire se l’investimento iniziale è stato positivo o no. Mentre il ROAS viene calcolato solo sulla spesa pubblicitaria, il ROI prende in esame tutti i costi operativi totali, includendo quindi: manodopera, ricerca e sviluppo e marketing.