#SEMtalks: Intervista ad Andrea Testa

Continuano le interviste di SEMprofile ai migliori professionisti del settore Digital Marketing.
Oggi abbiamo fatto qualche domanda a chi di Google Ads in Italia ne sa più di tutti: Andrea Testa. Buona lettura!

Ciao Andrea! L’Advertising non può non essere la tua passione, oltre che la tua professione: unico Diamond Product Expert di Google Ads in Italia, docente universitario e autore. Qual è la tua chiave vincente?

Visto che la fortuna non esiste, o meglio, ce la creiamo, direi la lungimiranza. Nascendo nel web nel 1993, ne ho solo fatto parte subito. Ci ho creduto e ho vinto la scommessa. Mi sentivo più un pubblicitario, che un marketer, ma poi ho scoperto che il marketing è sia matematica, che “arte”… due discipline che mi piacciono e affascinano entrambe. E quindi mi ci sono buttato dentro.

Sei il Top Contributor della community AdWords italiana, cosa rappresenta questa community e quanto è importante per te condividere il tuo sapere e la tua esperienza?

Non si tratta mai di condividere senza prendere. Far parte della Community, così come insegnare, vuol dire dare e avere e trovarsi sempre di fronte a punti di vista diversi. Non vuol dire solo fare assistenza. In particolare la Community mi ha fatto lavorare a stretto contatto con i product manager di Google Ads… quindi ho partecipato attivamente allo sviluppo di quella che è oggi la piattaforma. Un bel vantaggio.

Hai scritto diversi libri, l’ultimo: “Performance ADS con Google e Facebook”, pubblicato nel 2020. Stai lavorando a un nuovo progetto? Quali sono i tuoi prossimi obiettivi professionali?

Sì. 2023 ci stiamo lavorando. Cerchiamo di capire quale precedenza dare ai tanti progetti che ho in ballo. Il primo tra tutti riguarda un video corso di Google Ads che partirà spero tra la fine dell’anno e l’inizio del 2023.

Il tempo e le tecnologie stanno portando a cambiamenti continui e talvolta radicali all’interno delle piattaforme pubblicitarie. Stiamo vedendo ad esempio, sempre più protagonista il machine learning. Per questo ti chiediamo, cosa significa fare advertising oggi?

Assecondare le piattaforme. E attenzione, non dico subirle. Assecondare vuol dire avere a disposizione potere “illimitato” e usarlo col pennello, più che con l’ascia. Spesso invece ci troviamo di fronte a colleghi presuntuosi, che vogliono addomesticare l’AI… oppure a colleghi pigri, che la subiscono. L’idea è quella di avere un cavallo di razza, difficile da portare, ma docile se lo si sa trattare.

Il rapporto tra SEO e Advertising è sempre più stretto. Sei d’accordo? Pensi che oggi ormai su un progetto debbano necessariamente coesistere, o credi che ancora possano viaggiare in autonomia?

Difficile dividerli oggi. Intendo dal punto di vista strategico. Nella tattica sono elementi invece diversissimi. Coprono due fasi del funnel diverse e in quanto tali devono essere gestiti. La SEO è sicuramente morta per come ce la ricordiamo… ma non è forse morto anche Google AdWords, sostituito da Google Ads? 

Come pensi si possa evolvere Google Ads nei prossimi anni? Pensi che la figura dell’advertiser avrà sempre meno controllo sulle campagne?

Siamo di fronte a un ibrido. Il machine learning a supporto o contro il publisher? La sensazione è che il sistema di intelligenza artificiale remi a favore, ma sia l’uomo spesso a remare contro. Di fronte a così tanti indicatori, per chi lavora a performance come noi, e cioè senza un focus incentrato sulle metriche “vanity” come impression, reach… – atte solo a raggiungere l’audience – o si investono grandi budget, o ci si affida all’analisi dei grandi dati e in tale contesto l’IA è imprescindibile. Il ruolo “umano” starà nella generazione della comunicazione. Si torna a un modello più pubblicitario di prima. “Noi” la mente, “loro” il braccio.

Negli ultimi tempi Google Ads ha subito parecchi cambiamenti. Ora si parla di un futuro senza “Keyword Match types”. Sei convinto di questa affermazione?

Sono convinto per vari motivi. Ed è giusto così. Molta più attenzione ai bias e meno all’estrinseca connotazione del termine. Omeostasi della piattaforma. Importanza all’audience, mantenendo la chiave come semplice vettore.

Se ti è piaciuta l’intervista ad Andrea Testa visita il suo sito web e scopri molto di più su di lui e sul suo lavoro!